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Cornici d’autore: le sansoviniane

La cornice organizza lo spazio ed il complesso figurativo delle pitture e ne accresce il peso simbolico e devozionale. Tra il 1400 ed il 1500, la cornice entra a far parte dell’ambito domestico, come complemento d’arredo, grazie al prevalere di abitudini più sedentarie che diffusero l’uso di lasciare per periodi più lunghi i quadri appesi alle pareti. Nel caso dei dipinti “mobili”, di piccole dimensioni e  destinati ad un utilizzo soprattutto privato, il rapporto è davvero molto particolare: l’esigenza basilare è quella di staccare
dall’ambiente il campo pittorico, al fine di valorizzarlo al massimo. Allo stesso tempo la cornice deve porsi con il quadro in una relazione di intimità: nel Rinascimento ad esempio vi sono cornici con forme assimilabili a modanature architettoniche, che spesso forniscono il primo piano della fuga prospettica del dipinto. Strutturalmente la cornice va sempre più assimilandosi ai canoni architettonici del tempo. Nel 1500 non mancano le cornici a cassetta in legno di noce e le sansovine, che prendono il nome dai disegni dell’artista JACOPO TATTI detto il “Sansovino”, scultore ed architetto nato e vissuto in Toscana, che operò soprattutto a Venezia dove restano i documenti più importanti della sua attività. Tuttavia una lontana derivazione toscana, ed in particolare fiorentina, sembra essere assai probabile, e precisamente si può ricercarne l’origine in alcuni esemplari di tabernacolo, dove compaiono già le volute dei lati e della base, secondo motivi che riconducono alle opere architettoniche eseguite a Firenze da Michelangelo. Le cornici Sansoviniane sono riconoscibili per l’abbondante presenza di elementi decorativi di carattere architettonico, quali volute, rosette, baccellature e le tipiche unghiature destinate a fornire morbide luci e delicati contrasti chiaroscurali. Ovviamente le cornici alla Sansovino, così come tutte le cornici prodotte nello stesso periodo, erano scolpite a mano da abili intagliatori e dorate con foglia d’oro vero applicata a guazzo sulle parti più sporgenti, mentre gli incavi venivano spesso laccati con colori scuri per accentuare i contrasti tra i vari stilemi.
Il legno più adatto per essere intagliato con decori dai particolari perfetti è quello più compatto come il noce, il bosso, il tiglio ed il cirmolo.